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La tua consolle virtuale su Linux, con Mixxx

La panoramica su Virtual DJ e le consolle virtuali, avrà sicuramente messo la pulce nell’orecchio a qualcuno…se questo qualcuno però è un utente Linux, il logo di Mixxxavrà riscontrato l’impossibilità di installare i principali software commerciali sul proprio PC, a meno di fare “il giro largo”, ovvero appoggiandosi ad una macchina virtuale (che è comunque una soluzione, anche se un po’ pesante).

Sfortunatamente continua a capitare che le Software House commerciali non tengano sufficientemente in considerazione gli utenti Linux o non se la sentano ancora di investire in questa direzione. Peggio per loro.

Uno sguardo in giro e si scopre che di alternative ce ne sono, e varie. Oggi parleremo di Mixxx.l'interfaccia id mixxx con una delle tante skin

Mixxx è  free (nonchè opensource), e disponibile anche per ambiente Win e Mac (via Apple store).
Su Linux si installa con facilità tramite il comodo Ubuntu Software Center.

Leggero e semplice, non ha requisiti minimi impegnativi ed integra (quasi) tutte le funzionalità dei blasonati concorrenti a pagamento, incorniciate da una interfaccia pulita e gradevole e personalizzabile che offre tutti i controlli base di una consolle classica (due piatti e un mixer a due canali), includendo qualche piccola “chicca“, come ad esempio i tastini per killare al volo i toni bassi/medi/alti sui due canali, fondamentali per passaggi perfetti e mesh-up.

Al pari dei suoi concorrenti (liberi e non) offre la possibilità di interfacciarsi con le superfici di controllo in commercio (Vynil Control).

Tra le caratteristiche ordinarie abbiamo l’immancabile  funzione loop, che però non è “assistita” e quindi va maneggiata con maggiore attenzione; grandi assenti lo scratch, (ma credo che per molti la cosa non rappresenti un grosso problema) ed il sampler, che non escludo (e spero) possa comparire in futuro.

Interessante la possibilità di impostare fino a 4 indici su ciascuna traccia, a mo’ di segnalibri, con i quali cimentarsi in curiose ed estemporanee esibizioni in stile french touch (vedi Daft Punk); mentre riterrei opinabile la presenza dell’autoDJ: semplice automazione di dissolvenza incrociata tra la fine di un pezzo e l’inizio di un’altro, ma  -chissà- potrebbe essere utile nel caso ci si debba allontanare dalla postazione…

Semplici, ma utili il contatore di riproduzioni per ogni brano in libreria, gran cosa per assonnati e disordinati e, last but not least, la comoda funzione “analyze“, che una volta lanciata, fornisce il dato esatto dei BPM per ogni pezzo: fondamentale nella scelta dei pezzi.

A dispetto di qualche piccola defaillance, insomma, questo software svolge egregiamente le funzioni base che gli sono richieste, emulando in tutto e per tutto una consolle tradizionale, rispetto alla quale, abbiamo visto, ha anche qualcosa in più.

A mio avviso si tratta ndubbiamente di un programma da provare!

Lo trovate qui (sito ufficiale).

Luigi Lacquaniti
Luigi Lacquaniti
Tecnico e Web designer freelance.

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