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Ubuntu 13.10 Saucy Salamander

Ubuntu 13.10 saucy SalamanderArriva l’ autunno e con il vino, le castagne, i melograni arriva anche…Ubuntu, che al suo diciannovesimo appuntamento non ha più bisogno di presentazioni e gli oltre 7 milioni di download in 24 ore lo testimoniano. Questa 13.10 è accompagnata dal primo rilascio stabile della versione touch e taglia il nastro del coraggioso cammino verso i dispositivi mobili.

Dopo la fiducia di produttori come Dell e Lenovo sul fronte dei PC tradizionali, si potrebbe dunque sperare di poter presto acquistare finalmente un Linux Phone a tutti gli effetti. Resta da vedere chi, tra produttori vecchi e nuovi, vorrà provare l’ebbrezza del distacco dal colosso di Mountaiun View  (io scommetterei sulla Cina…).

La compatibilità c’è già e farà sorridere il fatto che è proprio sui Nexus (terminale famoso per avere OS Android puro) che si ottengono i migliori risultati. D’altra parte la base è quella.

Intanto, il volenteroso Mark Shuttleworth ha pubblicato un video per l’occasione (https://www.youtube.com/watch?v=cpWHJDLsqTU) col quale spiega le potenzialità del suo Sistema Saucy Salamander in versione mobile.

Veniamo a noi. Noi che ancora non abbiamo reperito un dispositivo da sacrificare all’uopo e che abbiamo con piacere provato la solita versione desktop.

Per la prova avevamo a disposizione un notebook ASUS Z53F con Centrino Duo e 2 GB di RAM (grazie Betty).

Prestazioni

Niente male l’avvio del Sistema: in meno di 30 secondi ci si trova davanti alla schermata di login.

Pressoché inalterato lo stile di quest’ultima e del desktop in genere, con il suo gradiente di colori caldi e la solita barra laterale, finalmente performante e integrata a dovere. Alla fine ci siamo abituati. Al suo interno troviamo il gestore di files, il browser web Firefox, i link alla suite da ufficio Libre Office, il Software center, il ink alle impostazioni, il criticato collegamento ad Amazon, nonché Ubuntu One Music e Ubuntu One.

Anche la suite da ufficio ha ottimizzato i tempi di avvio e la situazione complessiva di lavoro è più che confortevole.

Landscape

Nel pannello delle impostazioni troviamo una voce “pannello Landscape” accompagnata dall’icona di Canonical.

Si tratta di uno strumento potente e raffinato: un pannello di comando associato ad un browser di computer che consente di monitorare e controllare più macchine simultaneamente, quindi di intervenire su di esse e la loro configurazione in termini di upgrade, downgrade, e configurazione.

Landscape è disponibile in prova gratuita per 30 giorni, dopodiché non é chiaro quanto costi e lo si può scoprire registrandosi (cosa che non abbiamo fatto).

Le categorie

Senza addentrarci troppo in disquisizioni a proposito di chi sia venuto fuori prima, se l’uovo o la gallina, anche Ubuntu, come OSX Mavericks, introduce le categorie (chiamate invece tags in Mac OSX), nella classificazione e ricerca dei files in modo da rendere più efficaci indicizzazione e ricerca degli stessi.

A prima vista non sembra esserci nulla di nuovo oltre le prestazioni.

MIR, ovvero nuove polemiche

Il passaggio al mobile, ha determinato un cambio di strada sul fronte del server grafico. Nonostante si fosse preannunciato  Wayland come successore di  X.org, si è poi optato per MIR e l’impatto sulla communitiy degli sviluppatori non è stato dei migliori poiché  il suo arrivo determinerà un aumento della mole di lavoro per tutti, in special modo per sviluppatori delle distribuzioni derivate (Xubuntu, Lubuntu e compagnia bella). Tuttavia, MIR insieme con Unity Next (l’ambiente desktop di default) rappresenta un passaggio necessario per il mobile , quidndi ci sarà da adeguarsi. C’è da dire però, che per ora il cambio di server grafico non comporta particolari disagi a livello di utilizzo, anzi- non me ne vogliano i puristi- forse era ora.

Ubuntu, la community e Stallman

Al di la dell’ approdo ufficiale al mobile, per quanto attiene al resto, Ubuntu é grossomodo lo stesso. Personalmente l’ho amato dal primo momento e ritengo il suo successo meritato; tuttavia non posso fare a meno di tenere conto delle parole di Stallman, che, dall’ apertura al Software proprietario, al famoso accordo con Amazon, considera Ubuntu malamente compromesso: l’autore della licenza GNU, mai avrebbe immaginato di ospitare uno spyware all’interno di un sistema libero e invece pare che i risultati di ricerca sul vostro pc, vengano dirottati su server Canonical e poi su Amazon, che ne trarrebbe spunto per i consigli per gli acquisti nelle pagine del vostro web browser.

Vero è che le funzionalità contestate sono oramai integrate ovunque (Google docet), ma il fatto è che con l’Open Source il punto di partenza era un altro.

Il team di Ubuntu ha scelto i suoi partners per giocare secondo le regole del mondo moderno, seguendo quella che sembrerebbe essere l’unica strada possibile per proporsi come terza alternativa. Chi è senza peccato…

Ad ogni modo non c’è da disperare: altre decine di distribuzioni sono a vostra disposizione. A voi la scelta.

Luigi Lacquaniti
Luigi Lacquaniti
Tecnico e Web designer freelance.
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